Napoli, 2 ottobre 2012 – Cominciamo dalla difesa di uno dei grandi accusati. Che parla di vicende “false e chiaramente non riscontrabili”, di fatti “per sentito dire” e prefigura “ipotesi persecutorie”. Concludendo col dirsi sereno. E’ sereno Luigi Cesaro rispetto a parole messe a verbale da un pentito che lo accusa di aver distribuito posti di lavoro in cambio di voti. Sia meglio precisato, posti di lavoro a uomini indicati dal clan dei casalesi in cambio del sostegno elettorale dello stesso cartello criminale. Il collaboratore che canta è Francesco Della Corte, un lungo curriculum criminale nelle fila del clan fondato da Francesco Schiavone “Sandokan”. Il dito è puntato contro il presidente della Provincia e il suo compare di partito, ex sottosegretario all’Economia, ex coordinatore del PdL in Campania, nel frattempo titolare di uno scranno in parlamento, Nicola Cosentino. Dichiarazioni depositate nei giorni scorsi dai magistrati in occasione dell’udienza preliminare del processo nato dall’inchiesta “Il principe e la ballerina”. Inchiesta che ruota attorno alla figura di Cosentino. Della Corte lancia accuse circostanziate, tirando in ballo Mario Cosentino, fratello del parlamentare PdL, e soprattutto il presidente della Provincia di Napoli. “Mario Cosentino e Luigi Cesaro – dichiara Della Corte a verbale – offrivano posti di lavoro a persone indicate dal clan dei Casalesi”. Nel corso di un interrogatorio datato 25 maggio 2012, Della Corte scende nel dettaglio: “Bidognetti Francesco – racconta il pentito – mi disse che già nel 1993 i fratelli Cosentino, e non solo l’onorevole Nicola, stavano a disposizione del clan dei Casalesi. Più di recente, ovvero intorno agli anni 2004-2005, vi posso riferire che in occasione delle elezioni politiche, non so in quale competizione, anche Mario Cosentino faceva prendere posti nella Eco4 a persone che indicava il clan. Io stesso – si legge ancora nel verbale – feci prendere un posto di lavoro al cognato di Licari presso l’Eco4 rivolgendomi a Picone Vincenzo il quale intervenne su Mario Cosentino per farlo assumere”. In cambio delle assunzioni, sia Cosentino sia Cesaro avrebbero ricevuto i voti di tutti gli operai assunti e del relativi familiari. Verbale che fa il paio con un’altra serie di dichiarazioni depositate nel corso della stessa udienza. Orlando Lucariello, pentito e per anni nell’organigramma dei Casalesi, racconta che “Nicola Cosentino era interessato alla costruzione di una centrale elettrica a Sparanise e si è messo a disposizione del clan per la realizzazione di alcuni lavori”. Sottolineando come Cosentino sarebbe stato da sempre “un punto di riferimento per i Casalesi”.
(giuseppe porzio)
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